La fatturazione elettronica carburanti nel 2018 è diventata obbligatoria. Ma cos’è una fattura elettronica? E come funziona l’obbligo? E l’esonero?
Per effetto della nuova legge di bilancio, a partire da luglio 2018, vige l’obbligo di emissione della fattura elettronica nello specifico per le cessioni di carburanti in generale e benzina. L’obbligo di fatturazione tra privati, invece, scatta dal prossimo gennaio 2019.
Il termine obbligatorio della fatturazione elettronica ha destato non poche lamentele recentemente, tra operatori e soggetti coinvolti. Ma facciamo luce su tutto questo ed andiamo per gradi.
Per chi è la fattura elettronica? Cos’è? Come funziona?
Con il decreto di Dignità, il Governo Conte ha rinviato l’obbligo di fattura, rendendo appunto l’e-fattura e la scheda carburante facoltative. Questo però fino al 31 dicembre 2018. Dunque si parla di proroga di sei mesi. In un articolo apparso nel Sole 24 Ore è stato scritto che il Governo Conte ha lavorato duramente per presentare il primo decreto legge al Consiglio dei Ministri. Il Decreto possiede un testo semplice e fruibile, snello. Contiene le seguenti misure:
- FATTURA ELETTRONICA CARBURANTI PROROGA AL 2019, fortemente richiesta dai benzinai in sciopero nel mese di giugno (2018). In altre parole i benzinai, in modo del tutto facoltativo, potranno scegliere se fare oppure no la fattura elettronica e/o la scheda elettronica. Dal 2019 invece scatterà l’obbligo di attestare l’avvenuto pagamento del rifornimento da parte del titolare di partita IVA con l’e-fattura.
- PROROGA SCHEDA CARBURANTI, ovvero si rifà al rinvio di sei mesi della scheda carburante. In altre parole, fino al 31 dicembre i benzinai avranno due possibilità: certificare il rifornimento con scheda carburante o con e-fattura.
L’Agenzia delle Entrate, con la circolare 8/E del 30 aprile 2018 ha chiarito i primi obblighi: per quanto riguarda le cessioni di carburanti per motori, benzina e/o gasolio, e per le prestazioni dei subappaltatori e dei subcontraenti in quelli che sono i contratti di appalto di lavori, servizi o forniture per le PA.
Fattura elettronica carburanti: chi resta escluso?
Rimangono escluse fino al 31 dicembre 2018 alcune cessioni:
- le cessioni di carburante per i motori dei gruppi elettrogeni
- le cessioni di carburanti per impianti di riscaldamento
- le cessioni di carburanti per attrezzi vari
Il tesoriere del Consiglio Nazionale dei Commercialisti, aveva annunciato che ci sarebbe stato un disastro. Sostenendo che si sarebbe rischiato il caos code soprattutto nella stagione estiva…dato che il comparto non si era ancora ben organizzato. Quindi ci sarebbero state anche numerose criticità nell’emissione del documento.
““Si pensi ai tantissimi distributori presenti in Italia, a quelli non appartenenti alle grandi società petrolifere, che fra poche settimane dovranno affrontare le richieste di fattura elettronica: alcuni gestori avranno l’esigenza di appoggiarsi alle società di servizi bancari, che si stanno proponendo come soggetti intermediari per l’emissione della fattura elettronica e, da quel che ci risulta questi servizi potrebbero costare fino a 50 centesimi a documento”, diceva Cunsolo. Inoltre proponeva una soluzione, ovvero che i professionisti, rappresentanti ed imprese si munissero di “multicard”, quelle emesse dalle società petrolifere per intenderci. Ma tutto questo comunque ci avrebbe impiegato tre mesi. Ed il tempo era davvero poco. Anche l Cna lanciò l’allarme, costituendo una Commissione nazionale di 19 esperti con lo scopo di studiare, analizzare i problemi che sarebbero derivati dall’introduzione della fattura elettronica, così poi da individuare una soluzione, anzi la soluzione ottimale sia per le imprese che per le istituzioni.
Dopo la prima tranche di luglio relativa alla vendita di benzina e gasolio per motori e prestazioni di subappaltatori all’interno della sfera contrattuale degli appalti pubblici, a partire da gennaio 2019 l’obbligo sarà esteso, come suddetto, a tutte le operazioni business e viaggerà attraverso il sistema di interscambio (altrimenti detto Sdi), ovvero il medesimo canale nel quale sono già passate le fatture elettroniche verso la PA e recentemente anche i dati delle comunicazioni delle liquidazioni Iva e poi anche quelli dello spesometro. Tuttavia le pmi, sostiene la Conf Artigianato, non sono ancora pronte per questa nuova sfida nel mercato e non solo, dunque andrebbe previsto un periodo di prova, di sperimentazione prima dell’entrata a regime della norma.