Avete mai sentito parlare di CFD? E di come si possa guadagnare con essi? Se la risposta è negativa, è questa una buona occasione per correre ai ripari e sintetizzare quali sono i principali punti di riferimento di uno strumento finanziario che nel corso degli ultimi anni ha ottenuto un crescente interesse, e che potrebbe continuare a riscuotere particolare gradimento anche nelle prossime stagioni finanziarie.
Che cosa sono i CFD
I CFD (Contratti per differenza, Contract for difference) sono degli strumenti derivati che replicano l’andamento del valore di un determinato asset. Attraverso i CFD sarà possibile fare trading con una lunga serie di asset, come le azioni, gli indici azionari, le materie prime, le coppie valutarie, le criptovalute, e così via.
Tuttavia, contrariamente a quanto avviene con le negoziazioni sui mercati spot, utilizzando i CFD non si andrà mai realmente a comprare e a vendere gli asset in questione, considerando che – come già anticipato – i contratti CFD che possono essere stipulati con alcuni dei migliori broker in circolazione si limitano a replicare l’andamento dell’asset sottostante.
Trading CFD e effetto leva
Il mancato possesso dell’asset sottostante non è certamente l’unico punto di differenza tra l’effettuare del trading con i CFD e l’effettuare del trading diretto sui sottostanti stessi. Un elemento che non mancherà di saltarvi agli occhi nel momento in cui inizierete a effettuare del trading con questi strumenti è legato alla possibilità di poter investire capitali che sono di gran lunga superiori a quelli che sono realmente posseduti.
Il segreto è, in questo caso, rappresentato dall’effetto leva, che vi permetterà di moltiplicare gli effetti dei vostri investimenti, fino a proporzioni molto “spinte” (anche superiori a 1:200). Ma cosa significa?
Con un sintetico esempio, significa che – utilizzando una leva di 1:100 – ogni euro investito nel CFD “muoverà” 100 euro di asset sottostanti. Pertanto, un guadagno del 10% non genererà un profitto di 10 centesimi di euro (ovvero, del 10% sull’euro investito), bensì di 10 euro (ovvero, il 10% sui 100 euro realmente movimentati). Naturalmente, un simile beneficio è anche un evidente rischio: nel caso in cui la direzione delle quotazioni del sottostante dovesse prendere una rotta sgradita, si determineranno perdite piuttosto consistenti.
Come fare trading con i CFD
Fare trading con i CFD è molto semplice, e tale intuitività è stata certamente una delle ragioni per cui nel corso degli ultimi anni il business del trading con i contratti per differenza è cresciuto a dismisura. Una volta individuato un broker con il quale poter porre in essere le operazioni in CFD vi sarà infatti richiesto di:
- Scegliere l’asset sottostante del contratto CFD (tra azioni, indici azionari, valute, materie prime, criptovalute, e così via);
- Selezionare la leva finanziaria che si desidera utilizzare (se siete dei neofiti, vi consigliamo di utilizzare la leva più contenuta);
- Inserire l’importo che desiderate investire;
- Scegliere se aprire una posizione rialzista (andare “long”) o ribassista (andare “short”).
A questo punto, dovrete confermare l’apertura della posizione e sperare che il mercato si muova nella direzione da voi preferita.
Contrariamente a quanto avviene con altri strumenti derivati, come le opzioni binarie, i CFD non hanno una vera e propria scadenza. Ne consegue che, fatte salve le dovute specificità, riuscirete a chiudere la posizione nel momento preferito.
Detto ciò, se volete fare del trading con i CFD il nostro consiglio è quello di aprire un conto demo ed esercitarvi per qualche settimana, al fine di comprendere quale sia il meccanismo che “muove” tali investimenti. Fateci sapere come è andata, e se siete riusciti a togliervi qualche gradita soddisfazione!